martedì 29 maggio 2012

Vultures Pret-a-porter, a.k.a. "La Coerenza dello Sciacallo 2.0"

(Titolo ripreso da QUESTO post)

Ebbene, in chiusura dell'ennesima finestra di esami, arrivo anche io a commentare un tema caaaaldo e piuttosto in movimento. Alias, il Terremoto. Già. Fantasia portami via.
Avevo pensato di fare direttamente un video in proposito, ma preferisco scrivere le mie opinioni di getto qui. Nonostante non sappia ancora come esprimermi, in proposito. Credo di avere un po' di idee, in compenso. Sarà un lungo post.

Iniziamo col dire che, per quanto riguarda la sottoscritta, non ho sentito la scossa di stamattina, dalla mia postazione veneta, a differenza di altri miei compaesani. Confido che sia da ringraziare il mio Water, a quanto pare più antisismico di quanto non lo sia stato il letto la mattina del 20. Difatti, nove dì or sono la sottoscritta è balzata in piedi alle 4.04 del mattino convinta di essere preda di allucinazioni da fase Rem, mentre le sponde del mio giaciglio sobbalzavano e oscillavano al ritmo del lampadario - che per cronaca ha smesso di muoversi dopo mezz'ora, per poi farmi da strumento di rilevazione nelle successive tre ore.
Scopro poco fa che il nuovo sisma ha mietuto, purtroppo, nuove vittime in zona Modena, già colpita e messa a dura prova con i danni aggravati. Vedo anche parecchie foto in giro, oltre a innumerevoli status sui vari Social Network di turno. Più i primi articoli, alcuni per il soccorso, alcuni di testate giornalistiche che sfruttano l'informazione online per aggiornarsi più di quanto non farebbero da sole.

Ora, analizziamo i fatti.
La gente si rifugia su Twitter, Facebook ed Instagram per condividere i momenti pre-durante-post terremoto, cercando di approfittare della funzionalità del loro "essere social" per condividere quanto più possibile, fattore di cui come già detto approfittano i giornali per le proprie news "ufficiali".
Scandalo, ridicolo! Ohibò, Repubblica e Corriere pubblicano foto messe a casaccio online da gente che invece di urlare disperata e salvarsi dal cataclisma ha preferito aggiornare gli status e fare foto "artistiche"!
Vi immaginate le polemiche nate riguardo al punto in cui sia arrivata l'influenza delle piattaforme online sul nostro agire? Ne sono nate a go go. Figuriamoci quando qualche buontempone (per evitare di dare altri attributi) ha creduto bene di far del sarcasmo e sfruttare l'onda per pubblicizzarsi. Del tipo "Stanco delle scosse?? Fuggi ai Caraibi, per te oggi prezzi vantaggiosi!", oppure "Vuoi stare in un posto sicuro e da sogno al contempo? Rifugiati dal sisma all'Hotel Babbalopotto, vista mare e solo onde d'acqua!".
Andiamo. Così rendono la critica fin troppo facile, ammettiamolo.
Infatti, in molti abboccano prontamente all'amo, facendo pubblicità - non tanto positiva, ma pur sempre tale - a suddetti enti. Era capitata una cosa del genere anche il 20, con alcuni personaggi noti che avevano fatto battutone piuttosto fuori luogo. Sono provocazioni quasi fatte ad hoc, ma pare che ancora la gente questo non lo colga e preferisca andar dritta per la sua strada.

Perché sì, nel bel mezzo di un'emergenza la prima cosa a cui la gente d'oggi finisce per pensare è darne un riscontro sul web. Tuttavia, reputo insensato indignarsi per una cosa del genere, appigliandosi a questioni che non c'entrano granché con i problemi in atto.
Image by Richard Parker
Infatti, ci sono anche stati blog "d'informazione" - credo, almeno, si definiscano così - che hanno voluto enfatizzare un supposto nonsense in tutto questo meccanismo, arrivando anche a chiedere "Ma che puoi fare condividendo una cosa, renderla virale, farti figo, essere spudoratamente plateale?".
Se dovessi risponder loro personalmente, saprei che dire: certo che sì.
Forse ancora qualcuno non vuole vedere cosa i Social Network sono diventati. Che lo si voglia ammettere o meno, sono la piattaforma di comunicazione futura. Davvero è sbagliato pubblicare una foto delle macerie di un edificio storico crollato? E soprattutto, sbagliato in base a quali parametri, quali modelli, quali opinioni?

La società contemporanea basa una grossa porzione della propria esistenza sui rapporti telematici, questo è un dato di fatto; ciò ha sia risvolti positivi che negativi. Scommetto che di negativi ne potete evidenziare diversi anche da soli, soprattutto dal punto di vista umano e relazionale. Dall'altro lato, abbiamo invece una comunicazione variegata, con moltissime interpretazioni, che pur non essendo mai accurata all'inizio si rende utile sotto molti punti d'osservazione. Internet promuove la libertà espressiva, pur sottoponendola a influenze opinabili, e direi che questo è un grande traguardo per il nuovo millennio, con ampissime possibilità di sviluppo. Grazie ad esso, si può aver accesso a un database immenso di nozioni di qualsiasi genere ed estrazione.
Ciò non vuole assolutamente dire che sia una cosa rosa e fiori, come ogni argomento che vi possa saltare in mente - e come ho già detto - c'è sempre un risvolto della medaglia.

Nel caso specifico del terremoto in Emilia Romagna, con scosse in tutto il Nord, lo Tsunami di post e notizie personali comparsi sul web ha stupito. Non me, ma molti sì.
Io non mi ritengo sorpresa da questo riscontro. Lo dirò senza tanti fronzoli, ho postato anche io degli status sul terremoto, domenica scorsa, appunto perché sono stata colta nel bel mezzo del sonno come molti altri.
Il motivo di tutto ciò?
Si è attivato un meccanismo piuttosto semplice, a mio avviso.
Primo - ondata generale di panico, alimentato dal provare forse per la prima volta qualcosa a noi sconosciuto. Si teme sempre quel che ancora non si conosce, non lo dicono solo nei film.
Secondo - se una persona non è particolarmente ansiosa, una volta passato l'attimo riprende con calma il proprio iter; se invece lo è, il discorso si complica e la ripresa delle attività regolari verrà ritardata.
Terzo - la persona ansiosa finirà con il cercare qualche punto fermo, qualcosa che possa ritenere sicuro e ordinario per dare a sé stessa un sentore di tranquillità, facendo scendere l'agitazione.

Siamo onesti, quale cosa più ordinaria esiste, ormai, che non sia social?
Tutti gli interventi online, fonti ufficiali a parte, hanno costituito un grosso database di persone che cercavano qualcuno con cui condividere le proprie ansie, i propri timori, anche banalizzando o ridicolizzando la cosa. Uscendo per strada, si può ottenere in parte ciò, non dico altrimenti. Ma anche internet è un buon maniglione antipanico.
Il social è familiare, il social è sicurezza. Fa venire i brividi, per un certo verso, ma ahimè, ormai è così.
Esiste tuttavia chi prova appunto a puntare il dito a tutti i costi verso questi eventi, da ritenere secondo lui/lei/loro "scandalosi". La mia domanda è: questi individui credono di essere al di sopra di tutto? Non si rendono conto di far parte loro stessi, così facendo, del giro, soprattutto visto e considerato che per le loro critiche vanno online e sui social stessi? Non pensano così di entrare nella cerchia degli "sciacalli" di turno, come amano definirli? I media sono sciacalli, le persone che scattano foto amatoriali sono sciacalli, la gente che si dispera online fa l'effetto bimbominkia-sciacallo, chi critica senza sapere è sciacallo, il mio vicino mezzo sordo che secondo le statistiche usa internet ma se dico "modem" mi guarda storto è sciacallo...
Tutti canidi, qui.

Loro no, eh. Loro assolutamente mai potrebbero essere tali. Loro si indignano. Loro sono bravi.
Indignati per cosa, per una foto che documenta un fatto di cronaca? Indignati per uno dei sistemi più aperti all'opinione? Perché indignarsi è tanto di moda quanto ormai lo sono i Social, quindi se non ti indigni ti tolgo dai contatti o ti banno dalla pagina?
Siate onesti con voi stessi, amici commentatori, e almeno ammettete di essere un po' incoerenti. Giusto un po'.
In fondo, mi sto aggiungendo anche io alla vostra schiera, quindi vi posso capire.
Ma per favore, fate fare i finti moralisti a qualcun altro.

martedì 24 aprile 2012

Crickets, Cuckoos and all their (sohatefullystillsurviving) friends.

Esistono cose, sulla terra come nella testaccia di ciascuno, sussistenti solo e unicamente per spingere noi poveri cristi all'autodistruzione di ciò che abbiamo creato, come di quel che avremmo intenzione di portare a termine.
Degli esempi validi?
False speranze da chi si crede possa cambiare, mal ripagate. Gente che, nella buona fede di farti sembrare più simpatico, rivela lati di te che ti fanno sentire umiliato. Libri scritti come Dio comanda, coinvolgenti e di successo, che ti fanno venir voglia di cestinare ogni obbrobrio da te prodotto. Studenti che, senza farsi il mazzo, se la cavano alla grande, riuscendo anche a prendere sussidi di ogni tipo e rendendoti impossibile raggiungerli, se non sgobbando dieci volte tanto. Gente che, pur non avendo le capacità, assume ruoli che sarebbero potuti spettare a te. Persone in vita sulle spalle altrui, senza ritegno. La società che non vuole fare certi passi, pur sapendo nell'inconscio che risolverebbero quasi tutti i suoi problemi.

Tutto questo insieme va a incidere sulle tue convinzioni, facendoti sembrare vanesio, sopravvalutare te stesso nel tentativo di rifarti sul mondo che ti circonda, o, alla peggio, rinunciare e mollare tutto.
Ammetto che sono una persona che facilmente si eccita di fronte a delle proposte, ma che poi non le porta sempre a conclusione. Diciamo che attuo un processo di selezione graduale, fin troppo drastico.
Siate onesti, però, non si può far tutto nella vita, neanche volendo. Anche se chi ha le giuste raccomandazioni ne ha i mezzi, finendo a fare anche più del possibile. Senza merito.
Ecco, in questi casi, la cosa migliore è iniziare ad autosoffocarsi col cuscino, per evitare di prorompere in un'immane imprecazione di fronte ai bambini. Di quelle che ti mandano in posti ben poco ameni. Lasciamoli nel mondo delle fiabe, loro, hanno tempo per capire come affrontare l'autarchia degli adulti.
Demotivante. Nemmeno un bel VaffanBip posso dire. Frustrante.
Cerchiamo imperterriti di insistere, va là, che altro non si può fare. Senza svarionare su quello che potremmo far fuori, di nostro e non.
Se non fallisci di tanto in tanto, è segno che non stai facendo niente di davvero innovativo. (Woody Allen)
Ah, Woody, Woody. Speriamo solo sia vero.
A me l'ascia!

martedì 20 marzo 2012

Dear Universe, the whole concept of "sarcasm" should be banned, sometimes

I've been thinking about a couple of things, in the last few days. Nothing special, someone would say, even if those were actually soul-mode-made. (soooo much love for this kind of words)
The most exciting point of this is that even if the majority of them was thought in Italian, right now I feel way better writing in English. You know, there are moments, in every linguist's life, in which you can't carry on speaking in your mother-tongue.
Really, that's simply statistics: you get bored, you need to hang on anything that keeps your brain active, responding to the world trying to confuse it with its unbalance and, as a matter of fact, you end up changing language.

By the way, why, heavenly spirits, did I pop up with such a title??
That's actually the very first sentence that came up to me as I selected the "post" button in Blogger's summary.
It did, certainly, have something to do with my weekend's duties - even if I startled myself, too, as I wrote down this kind of brainy-like aphorism. I'm not actually starting to behave as the-pompous-writer-I-obviously-am-not-and-never-be. Do I?

- As if it wasn't clear,
I hereby declare I will always worship
hyphens and hyphens-related words.
Aww. - 

To be honest, I'm losing grip on today's theme once again. Don't bother, I shall go on. Maybe. Even if I can't be truly reliable on how much it will take to recover from this beginning. But yay, shan't we try? I just want to write something, after all.

Theme. Focus. On. The. Askjbfksdklgattic. Theme. {said her to herself, tilting the head as if something pushed it down}
Sarcasm
The theme was something sarcasm-related. I'm sure of that. I'm right now not quite aware of the content I was about to put in my very personal instance about it, nor I'm aware of why I'm in this world and not in some kind of other parallel Universe, but still.
Oh, yep. Maybe I'm on it. Not sure, but I'll try.
Let's think about it, sarcasm is on our way in any time, any moment, any cantankerous (lovely word) and bilious person we shall meet while walking our path on road's sidewalks. I'm a pretty sarcastic person. But to be real, even the most sardonic individual may be annoyed by the umpteenth "You Don't Say??". Being it in a conversation, being it the new meme on Facebook.

Honestly, I'm the first one to be accused of the massive amount of sarcasm thrown upon people. And things. And Animals. Livings, objects, situations, your mother's eyes like Harry Potter, or even the not-like-his-colour-at-all Lily's eyes in the last movie. Whatever. Anything, really. I can be terribly tiring.
But there are times that's too much even for the stressful young woman I am. Because there are some.. let's call them... "unique", dear people out there, that should ask to Universe, as they wake up "Really, is this the day in which I'll finally be able to recognize when I should talk? I've been sooooo looking forward to it!".
Actually, they don't mean it, it's simply spilled out of their mouths in the worst moment they should take.
Seriously. Thinking about it, it's a Universe's fault, featuring the World with all its things - and, I'd bet, also someone else who decided to have some fun with us, mortals, for a change (really, I believe in You, but.. why??).

The fact is, the fateful - and, if you're lucky, temporary - mediation of one of these Chaos-bringing sarky people may as well ruin your discourse, making you lose your point or, worse, wear off your self-confidence in doing/telling/realizing something you've been considering for a bit.
So, annoying. I know when not to use sarcasm, commonly. Maybe, not sure.
Oh my God, I might myself have been one of those beings.
Too complicated. Why did I even start this thing?
Beats me.