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mercoledì 23 dicembre 2015

Procrastinare [dal lat. procrastinare, der. di crastĭnus, agg. di cras «domani»]

procrastinare v. tr. [dal lat. procrastinare, der. di crastĭnus, agg. di cras «domani», col pref. pro-] (io procràstino, ecc.), letter. – Differire, rinviare da un giorno a un altro, dall'oggi al domani, allo scopo di guadagnare tempo o addirittura con l’intenzione di non fare quello che si dovrebbe: p. il pagamento; p. una riunione, un impegno; continua a p. la partenza. Spesso con uso assol.: io insisto a sollecitarlo, ma lui procrastina sempre; la civiltà asburgica … procrastinava e rimandava per sopravvivere (Claudio Magris).
(Dall'Enciclopedia Treccani Online) 
Stop Procrastinating
Image by Tom Podolec @ Flickr
Sono giusto passati sei mesi dalla precedente pubblicazione.
E non ho ripreso a pensare al Blog solo perché ieri mi è stato chiesto come mai avessi segnalato un'esperienza da Blogger in un colloquio. No, no.
Come non sto assolutamente scrivendo il presente post per comunicare qualsivoglia buona volontà ai selezionatori - ma in caso qualcuno di competenza si fosse preso/a la briga di cercarmi e leggere: "Saaaaalve, sono una persona che non pubblica da un sacco e si è sentita in colpa per aver continuamente rimandato i propri impegni online".
A-HEM.

Dicevo.
Da un po' pensavo di scrivere. Come da un po' mi ero ripromessa di riprendere in mano racconti, romanzi incompiuti, libri accumulati compulsivamente in camera, canovacci e idee per nuovi video, e via dicendo. Chissà, probabilmente una parte di me sperava di aver talmente tartassato nuovi possibili datori di lavoro che propongono opportunità da sogno, da essermi guadagnata un vero impiego - del tipo "Basta, abbiamo capito! Ti facciamo lavorare, girando il mondo -magari spedendoti in Giappone-, scrivendo e facendo la bella vita, ok?!" (par vera, N.d.Me)

Però nada. Niet.
Non mi è caduta la soluzione dal cielo mentre mi perdevo a girare a piedi o in auto, nè quando mi sono spaparanzata sul divano a rivedere per l'ennesima volta Scrubs o a scoprire i piaceri di Netflix (la frase è altamente ambigua, ma ce piace *neeeeetfliiiiix*).
E ieri un Articolo dell'amatissimo Huffington Post mi ha illuminato, assieme al pieno delle mie potenzialità. Mi ha messo davanti al viziaccio di procrastinare, che tanto mi è familiare.
Perchè io le buone intenzioni per riuscire ad avere successo e raggiungere i miei obiettivi le avrei anche, come le capacità, probabilmente. L'ennesima conferma (fosse la prima) che finchè non mi si dice l'ovvio, con veemenza, faccio orecchie da mercante e fingo che ci sia ancora, continuamente tempo. Lo continuo a fare pure quando me lo dicono, tanto ci sono abituata. Come nella vita personale, negli affetti, a suon di "Tanto se ne accorgerà, tanto verrà fuori". Come con tutto.
Avrei  tanti progetti, tutti fattibili. In particolare, cinque strade si sono evidenziate avanti a me, alle quali dovrei aggiungere una cosa che rimane in sospeso dalla GMG in Brasile e con cui, prima o poi, dovrò fare i conti - seriamente.

Non è che quest'anno abbia oziato, a mia discolpa. Ho perso cognizione dello scorrere del tempo, più che altro, e il domani è rimasto sempre domani. E visto che siamo a fine 2015, un rendiconto annuale pare appropriato.

Che ho combinato, in fondo, quest'anno?

Ho dato un ultimo esame di lingua, a gennaio, studiando a malapena (ora lo posso dire con serenità, ho cazzeggiato alquanto sotto le scorse feste natalizie) e tergiversando sulla tesi, scritta sotto pressione in poco tempo - e ciononostante mi è riuscita a entusiasmare e motivare ugualmente. Nel frattempo ho seguito una scenetta teatrale per una festa foraniale, insieme alla programmazione di un gruppo medie vivace.
Mi sono laureata a marzo, ho messo una pietra sopra a una persona (in senso figurato, purtroppo non avevo una gru a disposizione - dammit) e la settimana successiva ho iniziato i colloqui per Expo, andati a buon fine non senza poche tribolazioni.
In quel del 27 Aprile, ho preso baracca e burattini e la mattina dopo ero a Milano, senza casa (è d'obbligo un altarino ad Alessandra, che, nel mio peregrinare, mi ha ospitato tre settimane aggratis in appartamento - subendosi pure un mio pianto isterico in pubblico, a Porta Venezia), senza soldi (letteralmente, me ne hanno mandati una manciata la settimana dopo), senza idea di quello che, esattamente, stessi facendo con la mia vita (no, seriamente).
Io e Alisa, provvidenzialmente in città per un lavoro, abbiamo trovato poi una stanza in comune a metà Maggio, con un caso umano che vagava per il resto della casa (cose che i rinomati CDM sono nulla a confronto) e una vaga idea di come vivere in autonomia, programmandoci assieme.

L'arrivo dello stipendio di Giugno e il cambio di contratto mi hanno rinvigorito, con tanto di spedizioni presso la filiale competente di Manpower, per capire meglio condizioni e cedolini (unitamente a ricerche online), che manco i rappresentanti sindacali rompono tanto le balle - non a caso, ho assunto la seconda identità di "Larapedia - ovvero: a chi chiediamo chiarimenti burocratici se manco quelli dell'agenzia sanno un cazzo". Potrei mettere su uno sportello informativo, tanto per dire.
Comunque, ho promesso di andare a trovare gente nei dintorni di Milano, finendo solo per trovarmi con un cugino a Expo e far visita a un paio di zii, a dire tanto. Mi son fatta una puntata al lago con qualche collega, in compenso, più "seratone" che mai in vita mia (circa, dai, escludiamo l'Erasmus che sennò il metro mi si sfasa - tanto non saprete mai, muhaha). Ho preso familiarità con espressioni sull'onda di "Apericena".
Con Alisa, Jessica (pure lei ad Expo) ed Elisaveta mi sono iscritta alla Color Run di Settembre, partecipando a scanso della mia incapacità di correre - ma dovete capirmi, io ero lì per le polverine colorate (e aridaje coi frantendimenti).

Ho rinforzato le mie convinzioni femministe, articolandole il più possibile.
Ho praticamente svenduto cose che manco conoscevo, prima di questo lavoro - c'avrei una carriera da International Commerce manager, qua, veh.
Ho sviluppato capacità dialettiche che non pensavo di avere, in lingue che pensavo di non utilizzare fino a questo punto.
Mi sono, quindi, affermata come giovine donna indipendente (seppur non benestante), che non ha bisogno di nessuno, tantomeno di un uom- mmmaporcomondo, e ti pareva, tempismo del menga.
Ho perso dieci chili (di cui tre recuperati negli ultimi tre mesi), senza fare una vera e propria dieta. Ho iniziato ad apprezzare il mio corpo a prescindere da come appare.
Ho incontrato persone, colleghi, amici con cui sentirò un legame vita natural durante.

Mi sono lanciata in una tre giorni in fiera senza alba di come fosse fatto l'ambiente cinofilo ivi rappresentato.
Mi sono decisa, con Jessica, ad organizzare un viaggio per alcune città d'Europa, realizzato a Novembre, tentando di esprimere lo spirito girovago che in tante persone ho incontrato - e che manca, ancora, dell'istinto di osare l'estremo.
In tale contesto, ho letto gli effetti del terrorismo negli occhi di una metropoli come Parigi - ma questo è un discorso da sviluppare a parte.
Mi sono lasciata scoraggiare dalle circostanze, più di una volta.
Ciononostante, ho compilato gli estremi d una candidatura che, semmai andasse a buon fine, potrebbe davvero rivoluzionare la mia vita, come poche altre cose. E se non andasse...

Insomma, è complicato.
Il rapporto di quest'anno è di certo complesso. Continuo a rimuginarci all'infinito. Potrei fare migliaia di racconti con tutti i film mentali che mi sono creata a riguardo delle varie probabilità, su quel che sarebbe o non sarebbe potuto accadere. Sulle scelte fatte e non andate, su quelle proprio mai fatte.
E il bello è che manca ancora una settimana.
Una settimana in cui continuerò a procrastinare tutte le decisioni qui sopra non elencate e che ho lasciato in sospeso. 
Perchè in fondo, domani è sempre meglio di oggi.
...
No?

sabato 29 marzo 2014

100 books to read in a lifetime - The Big Read

Ok. Ho interrotto la produzione di Post.
Mea culpa, mea maxima culpa.
E ancor più colpevole potrei essere per riprendere la scrittura con un articolo del genere.
Però ultimamente sto scrivendo e leggendo molto poco, se si escludono i paper e i testi accademici. Quindi, trovarmi davanti la lista dei Must della letteratura stilata dalla BBC mi ha dato da pensare. Sinceramente l'avevo già vista ed è molto probabile che sia una versione rivisitata appositamente per il web, o per questo genere di giochetto per social network, visto che l'indagine della BBC era meno definita e più ampia.
Ma non importa, per ridare un po' di vita al blog e una certa curiosità a me stessa, procediamo.

Sono segnati in grassetto i libri da me letti e quelli che non ho finito sono invece in corsivo.
Alla fine il risultato. Ci terrei a precisare che molti di quelli non segnati sono nella mia infinita lista d'attesa, sotto la categoria "da leggere". Come svariati di quelli non finiti.
Ecco.

1 Orgoglio e Pregiudizio – Jane Austen
2 Il Signore degli Anelli – J.R.R. Tolkien
3 Il Profeta – Kahlil Gibran
4 Harry Potter – JK Rowling
5 Se questo è un uomo – Primo Levi
6 La Bibbia
7 Cime Tempestose – Emily Bronte
8 1984 – George Orwell
9 I Promessi Sposi – Alessandro Manzoni
10 La Divina Commedia – Dante Alighieri
11 Piccole Donne – Louisa M Alcott
12 Lessico Familiare – Natalia Ginzburg
13 Comma 22 – Joseph Heller
14. L’opera completa di Shakespeare (e adesso, tutta tutta??)
15 Il Giardino dei Finzi Contini – Giorgio Bassani
16 Lo Hobbit – JRR Tolkien
17 Il Nome della Rosa – Umberto Eco
18 Il Gattopardo – Tommasi di Lampedusa
19 Il Processo – Franz Kafka
20 Le Affinità Elettive – Goethe
21 Via col Vento – Margaret Mitchell
22 Il Grande Gatsby – F. Scott Fitzgerald
23 Bleak House – Charles Dickens
24 Guerra e Pace – Leo Tolstoy
25 Guida Galattica per Autostoppisti – Douglas Adams
26 Brideshead Revisited – Evelyn Waugh
27 Delitto e Castigo – Fyodor Dostoyevsky
28 Odissea – Omero
29 Alice nel Paese delle Meraviglie – Lewis Carroll
30 L’insostenibile leggerezza dell’essere – Milan Kundera
31 Anna Karenina – Leo Tolstoj
32 David Copperfield – Charles Dickens
33 Le Cronache di Narnia – CS Lewis
34 Emma – Jane Austen
35 Cuore – Edmondo de Amicis
36 La Coscienza di Zeno – Italo Svevo
37 Il Cacciatore di Aquiloni – Khaled Hosseini
38 Il Mandolino del Capitano Corelli – Louis De Berniere
39 Memorie di una Geisha – Arthur Golden
40 Winnie the Pooh – AA Milne
41 La Fattoria degli Animali – George Orwell
42 Il Codice da Vinci – Dan Brown
43 Cento Anni di Solitudine – Gabriel Garcia Marquez
44 Il Barone Rampante – Italo Calvino
45 Gli Indifferenti – Alberto Moravia
46 Memorie di Adriano – Marguerite Yourcenar
47 I Malavoglia – Giovanni Verga
48 Il Fu Mattia Pascal – Luigi Pirandello
49 Il Signore delle Mosche – William Golding
50 Cristo si è fermato ad Eboli – Carlo Levi
51 Vita di Pi – Yann Martel
52 Il Vecchio e il Mare – Ernest Hemingway
53 Don Chisciotte della Mancia – Cervantes
54 I Dolori del Giovane Werther – J. W. Goethe
55 Le Avventure di Pinocchio – Collodi
56 L’ombra del vento – Carlos Ruiz Zafon
57 Siddharta – Hermann Hesse
58 Il mondo nuovo – Aldous Huxley
59 Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte – Mark Haddon
60 L’Amore ai Tempi del Colera – Gabriel Garcia Marquez
61 Uomini e topi – John Steinbeck
62 Lolita – Vladimir Nabokov
63 Il Commissario Maigret – George Simenon
64 Amabili resti – Alice Sebold
65 Il Conte di Monte Cristo – Alexandre Dumas
66 Sulla Strada – Jack Kerouac
67 La luna e i Falò – Cesare Pavese
68 Il Diario di Bridget Jones – Helen Fielding
69 I figli della mezzanotte – Salman Rushdie
70 Moby Dick – Herman Melville
71 Oliver Twist – Charles Dickens
72 Dracula – Bram Stoker
73 Tre Uomini in Barca – Jerome K. Jerome
74 Notes From A Small Island – Bill Bryson
75 Ulisse – James Joyce
76 I Buddenbroock – Thomas Mann
77 Il buio oltre la siepe – Harper Lee
78 Germinale – Emile Zola
79 La fiera delle vanità – William Makepeace Thackeray
80 Possession – AS Byatt
81 A Christmas Carol – Charles Dickens
82 Il Ritratto di Dorian Gray – Oscar Wilde
83 Il Colore Viola – Alice Walker
84 Quel che resta del giorno – Kazuo Ishiguro
85 Madame Bovary – Gustave Flaubert
86 A Fine Balance – Rohinton Mistry
87 Charlotte’s Web – EB White
88 Il Rosso e il Nero – Stendhal
89 Le Avventure di Sherlock Holmes – Sir Arthur Conan Doyle
90 The Faraway Tree Collection – Enid Blyton
91 Cuore di tenebra – Joseph Conrad
92 Il Piccolo Principe– Antoine De Saint-Exupery
93 The Wasp Factory – Iain Banks
94 Niente di nuovo sul fronte occidentale – Remarque
95 Un Uomo – Oriana Fallaci
96 Il Giovane Holden – Salinger
97 I Tre Moschettieri – Alexandre Dumas
98 Amleto– William Shakespeare
99 La fabbrica di cioccolato – Roald Dahl
100 I Miserabili – Victor Hugo

RESULTS:
- Letti 33/100
- Non finiti 18/100

lunedì 9 dicembre 2013

Chi ha sputato nel piatto di fagioli?

"Sai, avremmo dovuto prendere uno di questi taccuini e fare una specie di diario di bordo, fin dall'inizio."Nel dirmi questo, qualche giorno fa ai Weihnachtsmarkt, la mia coinquilina non aveva tutti i torti.

Sono circa due mesi che non scrivo sul blog. Il mio arrivo qua precede l'ultimo post di una manciata di giorni.
Non è che abbia qualche strano blocco dello scrittore. Ho creato tre racconti in italiano, un testo in giapponese, sto preparando una presentazione in tedesco di cui mi devo prima fare uno script, ho trovato una tematica specifica che probabilmente porterò a Tesi, sto lavorando su due esami da non frequentante e su due papers, ho pronto il canovaccio di un video e ho vari racconti in sospeso.
Mi sono anche premurata di tenere aggiornate un po' di persone - oralmente, via skype, via social.

Sta andando bene. Dico sul serio, anche se faccio fatica ad adattarmi al sistema locale e alla mescolanza di lingue, sto cercando di adattarmi al meglio e il metodo mi piace. Ho alcuni problemi ancora con la burocrazia e con dei corsi in Italia, ma si sistemeranno. Studio e incontro persone. Tante, varie, belle. Raccolgo storie, raccolgo esperienze e caratteri senza i quali questo periodo non sarebbe stato uguale.
Sono passata per Francoforte, Karlsruhe, Mannheim, Stoccarda, Esslingen, i dintorni di Heidelberg oltre alla città stessa.
Mi metto in gioco. Non per questo mi scordo del punto da cui sono partita.
Ho perfino previsto un ritorno a casa per Natale, fuori programma. E ad essere sincera, sono un po' pentita del fatto di rimanerci appena una settimana. Ma mi aspetta un Capodanno con Erika quassù. Mi verranno a trovare altre due persone, nel frattempo, Alessia la prossima settimana e Miriam a Gennaio.

Rimane qualcosa che non va.
Non è il posto. Non è la gente. Non è lo studio.
In sostanza, è una cosa tra quelle che temevo accadessero. Sento di esser stata messa da parte.
Il che è buffo, da un certo punto di vista sono io ad essere partita fregandomene di tutto e tutti, così, per un anno - dieci mesi, quel che è.
In molti si sono raccomandati, "Non scordarti di me, eh!". Seems legit, io mi creo nuovi contatti qui per non essere un'isola, quindi viene automatico pensare che tutto il resto non mi interessi. Lo capisco, davvero. Ciò non giustifica, dall'altra parte, un comportamento analogo. Qualcuno ci scherza sopra, a riguardo - ma normalmente, si tratta di persone che sento regolarmente e che sto apprezzando sempre di più per questo.
Onestamente? Ci sto provando.
Per quanto possa esser dura, non sono in capo al mondo e anche se mi è impossibile esserci fisicamente per certe cose, continuo a pensarci, a farmi venire in mente persone che hanno caratterizzato la mia vita finora, a riti quotidiani e settimanali che non sono più la mia norma e la cui assenza ha sostanzialmente modificato il mio stile di vita in appena due mesi.
Non sarò costante - la vedo dura, tenendo conto di tutti i fattori, è naturale non avere gli stessi riflessi e la stessa prontezza che a "casa". Però almeno ci penso, ci provo. Perchè devo essere solo io a prendere l'iniziativa? Perchè io sono una e gli altri sono tanti, quindi l'una isolatasi dalla massa è quella che deve fare il maggiore sforzo? E ripeto, l'ho fatto.
Tant'è che, comunque, la massa mi ha tenuto in conto per ben poco, facendo emergere probabilmente quei pochi che vogliono ricambiare lo sforzo, per quanto soffrendo la distanza - e a questi pochi, che hanno sopportato papiri via messaggio o via mail, ore infinite di conversazione tramite uno skype che sembra intenzionato a riavviarmi il pc almeno tre volte per sessione, va il più grande e sincero affetto che la mia me delle 3.30 del mattino sia in grado di produrre (vi voglio bene, sappiatelo).
I restanti forse ci hanno provato, ma con così poca convinzione che il tentativo è sfumato nel corso delle prime settimane. Passato ottobre, passata la festa. Basterebbe un messaggio a caso, come fa qualcuno, che lascia delle chicche in giro per le bacheche che apprezzo tantissimo, pur nella loro essenzialità.

Sarà per questo che non nutro un così grande interesse a rendere nota ogni cosa al "pubblico", se c'è mai stato. Se qualcuno vuole davvero sapere per filo e per segno le cose, basta chiedere. Ma anche no, suvvia, cosa pretendiamo. Sono via, quindi ho già dato tutto quello che potevo dare. Non servo mica.
Tanto che me frega, a me. Tanto, son qua pei cazzi miei, se voglio mi devo muovere io. Tanto si sa che è così.
Tanto poi mi abituo, no?
Certo.
Tanto poi mi abituo.
Tanto.

Grazie. Danke. Thanks. Gracias. Obrigada. ありがとう. 谢谢. Merci. 감사합니다. Tapadh leibh.
Spero il senso di sarcasmo riesca a filtrare attraverso tutte queste lingue.

venerdì 12 luglio 2013

In Viaggio

Presumibilmente, questo è un blog bipolare.
Come il canale video. Va e viene così, a ispirazione. Ma dopotutto, non penso proprio che scrivere debba essere una cosa forzata. Non sono una scrittrice, ne ho avuto la comprova pochi giorni fa davanti a una persona dalla fantasia encomiabile, in grado di creare storie dal nulla in tempi stretti. Io non ne sono in grado. Vado a tratti. Talora mi sfogo per ore, stendendo e correggendo brani, racconti, poesie, robe non altrimenti meglio definibili. Altre volte passano mesi tra una fase di creatività e l'altra.

Morale: non pubblicherò mai nulla, se non mi viene assegnato.
Ragion per cui tesi e ricerche per esami non mi spaventano affatto. Sono parecchio indietro con una tesina da preparare per un esame opzionale, da non frequentante, sul tema del razzismo trans-pacifico tra USA e Giappone. So cosa fare, ma aspetto, sapendo di produrre al meglio quando avrò la mente più libera. Il 13 settembre è ancora distante.
Idem con patate e rucola per un saggio/racconto/concorso svolto il 1° luglio: mi sono presentata a Venezia, sotto antibiotici e in vista di ben due partenze nel giro di dieci giorni per svolgere un tema di matrice Erasmus, solo per competere a livello nazionale con chissà quanti altri pretendenti delle due borse di studio da 500 euro. Il tutto senza preparazione alcuna, senza dizionario, senza alba di possibili tracce subodorate. Così, all'acqua di rose. Finendo poi per scrivere un racconto.

Fatico a capirmi, in senso lato.
Fatico a capire perché a casa non mi sento più a casa.
Fatico a capire perché dico di amare la lettura e la scrittura se, ora come ora, sono fattori parecchio messi al patibolo nel mio immaginario personale.
Fatico a rendermi conto di essere una persona ufficialmente in viaggio, che si sente più a suo agio e più presa in considerazione in ogni luogo tranne che dov'è sempre stata.


Sto notando che, appena prima di partire, non ho il senso della partenza, almeno non in modo così accentuato e non negli ultimi tempi. Ero eccitata all'idea di partire per Shanghai, tre anni fa (oh cielo, son già tre anni), come lo ero prima di tornare in Irlanda per San Patrizio, sempre nel 2010.
Più o meno è da allora che non mi muovo all'estero, escludendo brevi tappe in Slovenia-Austria, alle quali però posso dire di essere in qualche modo abituata. Tagliamo fuori anche quelle due volte che ho accompagnato o sono andata a prendere mia cognata e i bambini in Germania.
Gli ultimi tre anni sono rimasta qui, perdendo come non mai il senso dell'altro. Non dello "straniero" e basta, chiariamoci. Dell'Altro, quello con la A maiuscola. Mi sono man mano atrofizzata nelle relazioni.
Non fosse stato per alcune parentesi che mi hanno smossa, sarei totalmente apatica, a forza di soffocare emozioni non corrisposte o tentativi di approccio verso un qualsiasi prossimo messi a tacere.

Le parentesi in questione mi hanno, per così dire, salvato. Momenti di aggregazione, momenti di confronto, momenti che sono culminati in Campiscuola estivi, di una settimana al colpo tra Giugno e Luglio assieme a X giovani e un centinaio di ragazzi, delle più varie età.
Banale? Mah, per qualcuno forse. Non per me. Non credo siano una dimensione scontata. Vero, faccio animazione in parrocchia e professo un certo Credo. In più, ho aspettato ben più del dovuto per aderire a una simile iniziativa estiva. Ritengo sia un'opportunità da non sprecare, tuttavia. A scanso d'equivoci, finora ne ho fatti tre, uno per estate, dal 2011 incluso. Il primo è sempre il primo, il secondo aveva un che di sospetto nei ragazzi, il terzo... Beh, il terzo è il terzo, forse più del primo.
Non mi sto spiegando, no. Mettiamola così: prima dei Campi del 2011 e del 2012, ero oltremodo preparata, pronta a tutto, mi ero assestata psicologicamente per l'esperienza, tesa peggio di una corda di violino in una composizione di Béla Bartók (oddio, reminiscenze).
Quest'anno no. Niente, ma proprio neanche l'ombra di uno stralcio di consapevolezza del fatto di dover andar su in montagna con 91 ragazzini delle Medie e altri 11 educatori, più Capocampo e Capocasa.
[starò parlando aramaico, per chi non conosce il sistema, ma reggetemi il gioco]
Ciò non vuol dire che non sia andato bene. Anzi, se posso azzardare la combinazione di persone che si era creata penso fosse la più efficiente, efficace e bella degli ultimi anni. Davvero, gente spettacolare che mi ha fatto commuovere come non avrei mai pensato.
Forse le mie percezioni si stanno distorcendo? Chi lo sa. Fatto sta che, anche adesso che sto per partire per il Brasile, con 20 giorni di servizio per la GMG con il Papa e un gruppo di circa 25 giovani da tutta Italia, non mi sembra di essere davvero sulla porta di casa, nuovamente, nel giro di dieci giorni.
Spero sia di buon augurio, come lo è stato per il Campo.

Non so se ho fatto il punto della situazione. Non credo nemmeno il mio obiettivo fosse veramente trovare un punto, sempre che ci sia.
Sono più in crisi per il fatto di dover partire 10 mesi in Erasmus per la Germania che dall'imminente volo transoceanico. In crisi per quel che ho costruito finora, in crisi per quel che lascio in casa e fuori. In crisi per il dubbio che si sta insinuando in me, che mi mette davanti alla possibilità di non essere davvero in grado di vivere da sola.
La prova del nove, insomma. Mi trovo davanti a due occasioni che mi chiariranno una volta per tutte come entrerò nel mondo. E no, considerato cos'ho in testa per il post-lauream, non credo di esagerare. Per nulla.
Spero solo che tutto l'affetto raccolto nell'ultima settimana, a forza di abbracci e nostalgia, non vada perduto, accompagnandomi nei passi successivi.

Crossing fingers.
Até logo!

sabato 10 novembre 2012

Dottoreggiando

Come far avvenire cose spiacevoli e insperate, parallelamente e/o al contempo?
Semplice. Iscrivetevi all'Università.

Sarò essenziale - davvero davvero, giuro - e andrò dritta agli avvenimenti.


Due giorni fa: Annuncio di possibile errore nel voto, di cui al post precedente, dovuto a una sbagliata comunicazione a monte dalla segreteria alla relatrice del massimo punteggio di tesi (che ovviamente ha coinvolto tuttituttitutti i suoi tutorati) + correzione verbale da un'insegnante giustamente alterata con suddetta segreteria + assenza comunicativa con gli studenti, che fanno tam-tam informativo tra loro per rendersi partecipi a vicenda dei lieti 3 punti mancanti in arrivo

Ieri: Staffetta tra segreterie + conferma del voto modificato, 102/110 al posto di 99 + conferma dei miei conti corretti e dell'evidente confusione mentale dei vari segretari nel dirmi cose strane e paranormali riguardo alla mia media e all'inventarsi punteggi

Oggi: Giorno della Laurea in Piazza San Marco, con previsioni burrascose ma tempo che ha retto, oltre a due mie piante podaliche provate da un azzardo taccoso + la voce suadente che ci annuncia + il Piero, perchè ormai lo si chiama con confidenza + commozioni varie, sotto molteplici prospettive psico-fisiche

Stasera: Pasticcini a sorpresa + bimbi + relacccs con "Yes Man" (niente male) + varie ed eventuali che è preferibile non considerare + #pensierofisso: "Un giorno. Solo un giorno, chiedevo."

Punto. Stop.
Fine.
Davvero.
Ma in ogni caso...
Viva noi!

martedì 31 luglio 2012

La curiosa produttività del Martedì

Non so se questa cosa sia più curiosa o inquietante.
Gli ultimi cinque... ah, no, con questo sono sei. Gli ultimi sei post di questo blog sono stati scritti di martedì. A intervalli quasi regolari di un mese, eccezion fatta per i due di luglio.
Ok. Certo.

Iiiin ogni caso, vorrei capire perché il martedì mi risulti tanto produttivo. Forse perché negli ultimi anni mi sono abituata a sostenere imponenti esami proprio il secondo giorno della settimana. Forse perché gli orari peggiori e più impegnativi, all'Università come dapprima a Scuola, vengono piazzati il martedì, peggio di un accumulo da pesca di beneficenza.
Non ne ho idea. Fatto sta che è così. Il martedì scrivo, sia via blog che via word. Il martedì giro spesso e volentieri video, che poi ovviamente non ho voglia di montare in giornata. No, non ho relazionato con la mia amata videocamera, oggi. Ma la media d'utilizzo vale comunque. E poi, intendo farlo a breve.
03/30: UK Journals 11 and 12

E sì che non si tratta affatto del mio giorno preferito.
Nel corso delle superiori, andavo a lezione di pianoforte il martedì pomeriggio. Il che, considerando solo il momento in cui eravamo io e il mio insegnante, alle prese con i vari brani studiati nei passati sette giorni, era una gran bella cosa. A disturbarmi erano più una serie di corollari: il fatto di interrompere un pomeriggio stra-pieno, guidare/essere trasportata fino a Oderzo sperando di non fare ritardo come al solito, rimanere invischiata nel traffico, andare in ansia perché sapevo di non aver studiato come Dio comanda. Cose così. Che bastavano per rendermi insopportabile la giornata.
Poi, il giorno dopo era Mercoledì. Che per tre su cinque anni di liceo ha per la maggiore rappresentato sei ore di materie e/o persone sgradevoli, intervallate fortunatamente da gente più accomodante. Conseguenza diretta, o per meglio dire pregressa: valanga di compiti del martedì quasi onnipresente.

Io e il martedì non andiamo d'accordo.
Ma è il giorno prescelto per ospitare gli scritti di Giapponese. Oltre che il mio giorno solitamente più produttivo. Non oggi, si intende, a livello di studio. Le altre settimane sì. Oggi no, oggi indico uno Sciopero del Martedì.
Ah, ecco cos'altro ha il giorno dedicato al Dio della Guerra. I fottutissimi scioperi di Trenitalia che quasi mi fanno mancare gli unici appelli d'esame nel giro di mesi. Mi mancava giusto la chicca.

Perché il Martedì??

Bah. Vai a capire.
Delirio.

martedì 29 maggio 2012

Vultures Pret-a-porter, a.k.a. "La Coerenza dello Sciacallo 2.0"

(Titolo ripreso da QUESTO post)

Ebbene, in chiusura dell'ennesima finestra di esami, arrivo anche io a commentare un tema caaaaldo e piuttosto in movimento. Alias, il Terremoto. Già. Fantasia portami via.
Avevo pensato di fare direttamente un video in proposito, ma preferisco scrivere le mie opinioni di getto qui. Nonostante non sappia ancora come esprimermi, in proposito. Credo di avere un po' di idee, in compenso. Sarà un lungo post.

Iniziamo col dire che, per quanto riguarda la sottoscritta, non ho sentito la scossa di stamattina, dalla mia postazione veneta, a differenza di altri miei compaesani. Confido che sia da ringraziare il mio Water, a quanto pare più antisismico di quanto non lo sia stato il letto la mattina del 20. Difatti, nove dì or sono la sottoscritta è balzata in piedi alle 4.04 del mattino convinta di essere preda di allucinazioni da fase Rem, mentre le sponde del mio giaciglio sobbalzavano e oscillavano al ritmo del lampadario - che per cronaca ha smesso di muoversi dopo mezz'ora, per poi farmi da strumento di rilevazione nelle successive tre ore.
Scopro poco fa che il nuovo sisma ha mietuto, purtroppo, nuove vittime in zona Modena, già colpita e messa a dura prova con i danni aggravati. Vedo anche parecchie foto in giro, oltre a innumerevoli status sui vari Social Network di turno. Più i primi articoli, alcuni per il soccorso, alcuni di testate giornalistiche che sfruttano l'informazione online per aggiornarsi più di quanto non farebbero da sole.

Ora, analizziamo i fatti.
La gente si rifugia su Twitter, Facebook ed Instagram per condividere i momenti pre-durante-post terremoto, cercando di approfittare della funzionalità del loro "essere social" per condividere quanto più possibile, fattore di cui come già detto approfittano i giornali per le proprie news "ufficiali".
Scandalo, ridicolo! Ohibò, Repubblica e Corriere pubblicano foto messe a casaccio online da gente che invece di urlare disperata e salvarsi dal cataclisma ha preferito aggiornare gli status e fare foto "artistiche"!
Vi immaginate le polemiche nate riguardo al punto in cui sia arrivata l'influenza delle piattaforme online sul nostro agire? Ne sono nate a go go. Figuriamoci quando qualche buontempone (per evitare di dare altri attributi) ha creduto bene di far del sarcasmo e sfruttare l'onda per pubblicizzarsi. Del tipo "Stanco delle scosse?? Fuggi ai Caraibi, per te oggi prezzi vantaggiosi!", oppure "Vuoi stare in un posto sicuro e da sogno al contempo? Rifugiati dal sisma all'Hotel Babbalopotto, vista mare e solo onde d'acqua!".
Andiamo. Così rendono la critica fin troppo facile, ammettiamolo.
Infatti, in molti abboccano prontamente all'amo, facendo pubblicità - non tanto positiva, ma pur sempre tale - a suddetti enti. Era capitata una cosa del genere anche il 20, con alcuni personaggi noti che avevano fatto battutone piuttosto fuori luogo. Sono provocazioni quasi fatte ad hoc, ma pare che ancora la gente questo non lo colga e preferisca andar dritta per la sua strada.

Perché sì, nel bel mezzo di un'emergenza la prima cosa a cui la gente d'oggi finisce per pensare è darne un riscontro sul web. Tuttavia, reputo insensato indignarsi per una cosa del genere, appigliandosi a questioni che non c'entrano granché con i problemi in atto.
Image by Richard Parker
Infatti, ci sono anche stati blog "d'informazione" - credo, almeno, si definiscano così - che hanno voluto enfatizzare un supposto nonsense in tutto questo meccanismo, arrivando anche a chiedere "Ma che puoi fare condividendo una cosa, renderla virale, farti figo, essere spudoratamente plateale?".
Se dovessi risponder loro personalmente, saprei che dire: certo che sì.
Forse ancora qualcuno non vuole vedere cosa i Social Network sono diventati. Che lo si voglia ammettere o meno, sono la piattaforma di comunicazione futura. Davvero è sbagliato pubblicare una foto delle macerie di un edificio storico crollato? E soprattutto, sbagliato in base a quali parametri, quali modelli, quali opinioni?

La società contemporanea basa una grossa porzione della propria esistenza sui rapporti telematici, questo è un dato di fatto; ciò ha sia risvolti positivi che negativi. Scommetto che di negativi ne potete evidenziare diversi anche da soli, soprattutto dal punto di vista umano e relazionale. Dall'altro lato, abbiamo invece una comunicazione variegata, con moltissime interpretazioni, che pur non essendo mai accurata all'inizio si rende utile sotto molti punti d'osservazione. Internet promuove la libertà espressiva, pur sottoponendola a influenze opinabili, e direi che questo è un grande traguardo per il nuovo millennio, con ampissime possibilità di sviluppo. Grazie ad esso, si può aver accesso a un database immenso di nozioni di qualsiasi genere ed estrazione.
Ciò non vuole assolutamente dire che sia una cosa rosa e fiori, come ogni argomento che vi possa saltare in mente - e come ho già detto - c'è sempre un risvolto della medaglia.

Nel caso specifico del terremoto in Emilia Romagna, con scosse in tutto il Nord, lo Tsunami di post e notizie personali comparsi sul web ha stupito. Non me, ma molti sì.
Io non mi ritengo sorpresa da questo riscontro. Lo dirò senza tanti fronzoli, ho postato anche io degli status sul terremoto, domenica scorsa, appunto perché sono stata colta nel bel mezzo del sonno come molti altri.
Il motivo di tutto ciò?
Si è attivato un meccanismo piuttosto semplice, a mio avviso.
Primo - ondata generale di panico, alimentato dal provare forse per la prima volta qualcosa a noi sconosciuto. Si teme sempre quel che ancora non si conosce, non lo dicono solo nei film.
Secondo - se una persona non è particolarmente ansiosa, una volta passato l'attimo riprende con calma il proprio iter; se invece lo è, il discorso si complica e la ripresa delle attività regolari verrà ritardata.
Terzo - la persona ansiosa finirà con il cercare qualche punto fermo, qualcosa che possa ritenere sicuro e ordinario per dare a sé stessa un sentore di tranquillità, facendo scendere l'agitazione.

Siamo onesti, quale cosa più ordinaria esiste, ormai, che non sia social?
Tutti gli interventi online, fonti ufficiali a parte, hanno costituito un grosso database di persone che cercavano qualcuno con cui condividere le proprie ansie, i propri timori, anche banalizzando o ridicolizzando la cosa. Uscendo per strada, si può ottenere in parte ciò, non dico altrimenti. Ma anche internet è un buon maniglione antipanico.
Il social è familiare, il social è sicurezza. Fa venire i brividi, per un certo verso, ma ahimè, ormai è così.
Esiste tuttavia chi prova appunto a puntare il dito a tutti i costi verso questi eventi, da ritenere secondo lui/lei/loro "scandalosi". La mia domanda è: questi individui credono di essere al di sopra di tutto? Non si rendono conto di far parte loro stessi, così facendo, del giro, soprattutto visto e considerato che per le loro critiche vanno online e sui social stessi? Non pensano così di entrare nella cerchia degli "sciacalli" di turno, come amano definirli? I media sono sciacalli, le persone che scattano foto amatoriali sono sciacalli, la gente che si dispera online fa l'effetto bimbominkia-sciacallo, chi critica senza sapere è sciacallo, il mio vicino mezzo sordo che secondo le statistiche usa internet ma se dico "modem" mi guarda storto è sciacallo...
Tutti canidi, qui.

Loro no, eh. Loro assolutamente mai potrebbero essere tali. Loro si indignano. Loro sono bravi.
Indignati per cosa, per una foto che documenta un fatto di cronaca? Indignati per uno dei sistemi più aperti all'opinione? Perché indignarsi è tanto di moda quanto ormai lo sono i Social, quindi se non ti indigni ti tolgo dai contatti o ti banno dalla pagina?
Siate onesti con voi stessi, amici commentatori, e almeno ammettete di essere un po' incoerenti. Giusto un po'.
In fondo, mi sto aggiungendo anche io alla vostra schiera, quindi vi posso capire.
Ma per favore, fate fare i finti moralisti a qualcun altro.

giovedì 17 novembre 2011

And That, Charlie Brown, Is What Boredom Is All About

{Posted on 27/12/10 at http://myworldmylife.splinder.com/ }

Fa-la-la-la-la, la-la, la-la!
Non siete entusiasti di questa fantastica atmosfera? Come rinunciare all'annual rituale che da che anno zero è stato definito (il 525 d.C., può essere?) ci ricorda il 25 dicembre di 2010 anni fa? A ben vedere tuttavia ha ragione il dottor Cooper (guardatevi The Big Bang Theory), visto che la nascita di Cristo fissata in questo giorno è pura convenzione (Dionigi doveva esser alticcio il giorno della datazione, perché ha sbagliato anno e stagione assieme). E che, in effetti, la celebrazione, anche se con caratteristiche vagamente differenti, va avanti da ben prima della Natività. Che ci volete fare, siamo una civiltà festaiola - No Europe, No Party.

In ogni caso, posso essere felice di annunciare che l'amabile ricorrenza è passata, sia essa da intendere come Natale o come Newtonale(sì, ricorrenza della nascita di Newton - casca bella là). Certo, per chi non ha un tubo da fare all'Ultimo dell'Anno (vedi la sottoscritta - proposte??) toccherà sorbirsi pure l'ultima spanzata del 2010, ma è tutta un'altra storia. Niente regali, niente visite (teoricamente) al parentado, niente tempi morti nella giornata - che non è nemmeno un'intera giornata, ma giustappunto l'attesa mit vettovaglie per la mezzanotte.

Dato che sono in argomento, ci tengo a deviare dall'intenzione iniziale con cui mi sono messa a scrivere questo post per analizzare una questione essenziale: per "Capodanno" si intende Primo dell'anno, NON Ultimo. Sì, è un'affermazione e non una vera e propria controversia. La definizione è questa. Levatevi dalla testa l'idea che la notte di San Silvestro sia pari al Capodanno, per amor del cielo! Non avete idea di quante persone tuttora vengano a far discussioni a riguardo con me. Eppure mi pare ovvio: C A P O D A N N O, Capo dell'anno - testa, non coda; inizio, non fine; cima, non pendici. Insomma, avete capito. Toh, vi lascio pure la definizione di Wikipedia (la cui pronuncia è altro punto focale di altrettante discussioni, ma soprassediamo). In tutte le culture è così, tutte. Si parla di Capodanno Celtico, di Capodanno Cinese, Giapponese, Veneziano, Fiorentino (ci son rimasta di sasso quando ho constatato l'esistenza di questi ultimi). Apertura di una nuova dozzina mensile, ripresa di un ciclo - mestruale e non.
Se al cenone dell'Ultimo si parla di "Cenone di Capodanno" è perché si tratta di un evento pensato per trascorrere in compagnia le ultime ore dell'anno in declino per salutare assieme l'alba di quello nuovo, quindi il suo Primo Giorno. Trattasi della VIGILIA. Avviene una cosa del genere anche per il Natale, ricordate?
Rinsavite, o voi che avete smarrito la giusta via!!

In ogni caso, il clima delle feste non contribuisce alla voglia di studiare. Anzi. In compenso, fa lievitare il peso. Mi consolo, tuttavia, illudendomi di metter da parte le scorte per il tornato freddo e le energie da bruciare quando i miei neuroni saranno sul punto di schiattare per l'iper-sfruttamento.
Ho da imparare una lingua in meno di un mese. Sigh.
Ma allegria! A Natale puoi far quello che non fai mai, ergo si può Faaaaaare di più!! Devo tuttavia ancora definire "di più di che couusa??". Ma ci penserò. Cooon calma, e sangue fredd.. NO! Mi rifiuto di cantare quell'oscenità!

Happy Newtonmas everyone!


Per amor di cronaca, sì, il disegno è mio.

..Hare Krishna!!

{Posted on 15/12/10 at http://myworldmylife.splinder.com/ }

Voglia di scrivere saltami addosso. Potrei averne un disperato bisogno. Come non aver nulla di cui effettivamente mettermi a parlare. Beeello. Alla soglia delle 8000 visite, tra l'altro.
Voglio solo che la gente evanescente che transita per cotesto blog (se mai si fermerà a leggere) veda che c'è la reale intenzione di pubblicare qualcosa di decente, anche se non è sempre da dar per scontata.
Allora, da che potrei iniziare?

Tergiversando. Sì, non dev'essere complicato. Voi che dite, tergiverso bene, eh?
In modo logorroico, ma ci posso riuscire. Per esempio, potrei tirar fuori la storia di mio nonno che coltivava fave e prendeva a badilate le talpe infingarde nell'orto. O quella dell'orso che mio padre dice d'aver visto. O quella del gruppo di membri dell'Iskcon... AAAALT! Argomento trovato!Per chi non lo sapesse, l'ISKCON, acronimo per International Society for Krishna Consciousness, è un'associazione indù nata nel '66 a Nuova Iorche, basata sulla venerazione mirata di questa Divinità del Pantheon Induista e che presta particolare attenzione all'attività missionaria.
Una peculiarità di questi cari giuovini e non è quella appunto di peregrinare spesso per le città allo scopo di diffondere, ovviamente, la conoscenza spirituale e la coscienza di Krishna. La maggior parte delle volte, per far ciò, intonano in luoghi pubblici il canto collettivo del Nome del Dio (Krishna, ovviamente) accompagnati da piccoli strumenti e da danze, la cui espressione è parte integrante della trasmissione degli insegnamenti e della conoscenza. *fine paragrafo SuperQuark/Wiki - spero di aver spiegato bene*

Ultimamente, li si vede spesso anche in Italia, soprattutto in zone a grande afflusso turistico e con una discreta percentuale di legami con il continente Asiatico. Una a caso? Ma ovviamente Venezia.
Non ho assistito a molte espressioni religiose che non fossero cattoliche (una Commemorazione Ebraica, una Messa Protestante e un Funerale Buddhista), e già è molto che a Shanghai sia riuscita a vedere la conclusione di un rituale funebre al Tempio del Buddha di Giada (non sarà una cosa allegra, ma credo di essermi esaltata).
Questa mancanza un po' mi spiace, devo esser sincera. Pur avendo una determinata educazione (e, altresì, una maniera tutta personale per affidarmi al Credo), sento una necessità molto ampia di conoscere le altre pratiche spirituali esistenti - perlopiù affascinanti, aggiungerei.
Riprendendo il discorso dell'Iskcon, c'è un bel gruppetto di persone che nell'ultima settimana si è fatto vedere parecchio per Venezia - mi hanno confermato la cosa diversi compagni d'università che abitano lì in settimana, e non solo. Venerdì ho sentito un coro di "Hare Krishna" provenire dall'altra sponda del Canal Grande, passando il Ponte della Costituzione (a.k.a. Calatrava). I membri cercavano di coinvolgere un po' anche i passanti, che li osservavano incuriositi. Non credo che ci sia stata gran diffidenza nei loro confronti, come spesso e, purtroppo, volentieri accade in simili occasioni. Erano molto lanciati nella loro impresa e cantavano, suonavano, ballavano che era un piacere! Personalmente ero in ritardo per la lezione di Economia, ergo mi son potuta fermare solo qualche istante, ma non ho potuto fare a meno di sorridere e desiderare di imitarli. Erano davvero molto carismatici, pur non avendoli avvicinati che di una decina di metri. Mi hanno illuminato la mattinata, sisì.

Tra l'altro, in mezzo a questa cosa, mi è tornato alla mente l'episodio di Scrubs "Il mio fegato a Pezzetti" , della 5^ serie, in cui il caro JD si lascia trasportare da alcuni membri dell'Iskcon, dopo essersi rasato a zero per solidarietà con una paziente xD Sì, va bene, è una cosa un tantino meno seria, ma non per questo ho meno rispetto di questo gruppo religioso.
Nel frattempo è da venerdì scorso che ogni tanto prendo e canticchio "Hare Krishnaaa, Grande Krishnaaa, Il Mio Krishnaaaa..." , mimando i gesti esagerati di JD. Aaah, che cose care.
Vi aggiungo il video correlato della scena, va là ^_^

Dialogo Da Stazione - Più Sue Conseguenze

{Posted on 25/11/10 at http://myworldmylife.splinder.com/ }

No. Non intendo un dialogo in stazione, bensì una situazione tipo che si viene a descrivere molto di frequente tra i pendolari ferroviari.
Nel mio caso, ha assunto i caratteri disneyani particolari delle battute di "Le Follie dell'Imperatore" - cosa per me assolutamente normale visto che ne conosco le battute praticamente a memoria (può capitare anche con altri classici, tuttavia). Ho avuto la giuoia di condividere l'uscita, quando ieri è avvenuta, con la cara Ale.
In ogni caso, sono necessarie alcune premesse che vadano a descrivere le condizioni in cui cotal esclamazione d'uopo sia avvenuta (ho scritto un'idiozia, vero?):
  1. Dopo svariate giornate di pioggia, umido, acquerugiola, acqua alta, colonnina di mercurio sopra la media, acqua, acqua, pioggerella e.. uhm... nebbia -sì, credo mancasse proprio quella- , il tempo s'è deciso a metter a disposizione una sana mattinata di sole e gelo. Non proprio congelante, ma quantomeno nella media stagionale. Sufficiente, insomma, per far sentire lo sbalzo termico dalle condizioni malsane cui ci si era abituati.
  2. L'arrivo in anticipo in stazione, accompagnata da mamma (perché il mercoledì torno alle 21 e non voglio circolare in stazione da sola per quell'ora - sono psicotica, lo so, ma dato che han già provato a seguirmi prendo le mie precauzioni). Incontro Mattia, che va a bersi un caffè (beato lui!) mentre io, convinta dell'arrivo a breve del treno, m'avvio a una panchina. E che vedo?? "Treno in ritardo di 10 minuti". Ah-ha. Promemoria, promemoria per me: farmi pagare una colazione da Trenitalia.
Detto ciò, c'è anche da notare un fattore positivo, ossia l'incontro con una cara ragazza, la Chiara, diretta ad Udine, il cui Mega-abbraccio mi ha tirato su il morale.
Nell'attesa dell'ormai prevedibile ritardo del treno per Venezia, mi trastullo in musica. Son solo dieci minuti, no? Niente di che...

TRENITALIA: Annuncio ritardo - il treno regionale 294756195xyz delle ore 8 e 54 proveniente da Trieste C.le e diretto a Venezia S.Lucia arriverà con 15 minuti di ritardo, diversamente da quanto annunciato.
IO: Aiuto. Aiuto aiuto. Fatemi capire, voi dovreste essere belli dentro?!

Ok. Aumentato solo di cinque minuti.. Ancora poteva essere recuperabile e avrei potuto arrivare alla lezione per tempo. Correndo, ma ce l'avrei fatta.
*Passano neanche due minuti*

TRENITALIA: Annuncio ritardo - il treno regionale Abbiciddìquantocigodiamo ..*blablablah*.. arriverà con 25 minuti di ritardo, diversamente da quanto annunciato!
IO: Magari io non sono un'esperta di treni, maaa... questo secondo me potrebbe essere considerato un passo indietro, non trovi??
TRENITALIA: ...Ci scusiamo per il disagio.
IO: ...Ti odio.
(per il preciso momento del film, video qui)

Deh. E fu così che persi la prima lezione. In quanto poi, il treno, mica s'è accontentato di 25 minuti. Ne ha fatti 35. Che sommati ai 10 minuti necessari per raggiungere Santa Marta in un orario pieno zeppo di turisti e con un Piazzale Roma iper-affollato, mi avrebbero fatta arrivare in extra-ritardo a lezione. Se fossimo stati in un'aula ampia e da cui si poteva sgattaiolare all'interno furtivamente, ci sarei anche stata. Peccato che eravamo a Gradoni - ovvero classe a scalinate (mavvà??) nella quale si può entrare solo facendo prima cucù all'insegnante. A meno che non ci si voglia cimentare in azioni funambole rocambolesche per le finestre a 10 metri d'altezza.
Per cui, io e la compagna da Treviso abbiamo saggiamente optato per un'ora alla ricerca di un regalo che altrimenti avremmo cercato nelle 3 ore e mezza di buco al pomeriggio.
Abbiamo tuttavia avuto la pessima idea di avventurarci nella zona bassa attorno alla sede Centrale (chiamasi Dorsoduro, zona est-sudest). Perché pessima? Perché credete abbia usato l'attributo "zona bassa", per sport?! Andiamo, parliamo di Venezia, non dell'Himalaya. C'è il problema frequente dell'Acqua alta. E noi ci siamo dovute avventurare in mezzo all'acqua strabordata senza stivali nè nulla (perché a S.Marta - zona sud-sud-ovest di Dorsoduro- è più alta, e se tutto fosse andato da programma non ne avremmo avuto bisogno).
Abbiam tentato di girarci attorno, ma di fronte all'impossibilità di arrivare a destinazione senza tardare di mezzora (de novo) ci siam dovute lavare i piedi nel liquido contaminato del mare - blah.
Beninteso, si poteva anche camminare in piedi sui muretti a bordo canale, spessi una ventina di centimetri. Ma sorgevano anche qui due problemi: 1) Io non so nuotare, che avrei fatto nel caso in cui fossi caduta?? 2) Chi ha tentato questa via, ha incontrato serie difficoltà a saltare i buchi di attracco, circa due metri e mezzo senza muro.
Quindi, via a pucciare!

Dopo una cosa del genere, coi piedi lessati e a rischio mutazione genetica, ho resistito alla lezione della Caroli - santa donna! - che non m'ha fatto pentire per nulla di essermi sforzata appieno d'arrivare alla sua lezione.
Dopodichè, mi avrebbero atteso tre ore di studio in Dipartimento. Uso il condizionale, perchè in realtà ho solo aiutato l'Alessia a fotocopiare e ho assistito l'Alisa nell'excursus delle università nipponiche, perché poi noi si ha sommamente rinunciato a Cinese (lezione delle 17.30) per tornarcene a casa.
Bilancio chiuso in positivo: bagno da temperature termali, relax e studio autonomo. Se l'insegnante di seconda lingua non invoglia affatto, al contrario della Guru di Storia, non è colpa mia.
E andiamo!!

L'infingardaggine Intrinseca Delle Meringhe

{Posted on 01/11/10 at http://myworldmylife.splinder.com/ }

Sappiate che un genere di dolce come la meringa, come pure un bignè o un babà, o una panna montata decente, nove volte su dieci avrà la sfacciataggine di non venire come vi aspettavate. Se ne può rimanere sconvolti, altroché.
La cosa tremenda è metterci un lasso di tempo improponibile (da venti-trenta minuti a qualche ora) per riuscire ad elaborare il preparato, montare a neve, farcire, eccetera eccetera.
Poi, quando ti rilassi un attimo infornando o cercando di compiere quel che t'eri prefisso...BAM! Ecco che la tua creatura ti si rivolta contro, noncurante della fatica e del tempo investiti a suo unico pro. Traumatico.
Nel caso del nostro dolce zuccheroso, comunemente si affloscia a mo' di cacchetta spiattellata (immagine idilliaca), facendovi imprecare in aramaico di volta in volta.

Mia madre ha provato molte volte a cucinare questo subdolo dessert; per capirsi, una quindicina di volte in tutto negli ultimi 30 anni, da quando ha reperito la ricetta (molto semplice, a dirla tutta - due ingredienti).
La prima volta che è riuscita ad ottenere delle meringhe degne di questo nome? Ieri.
"Tutta una questione di temperatura, è il forno, è il forno!!" Il canto d'esultanza, a parte un suono acuto non ben definibile, è stato circa questo. Davvero, se ci si deve sentir realizzati per qualcosa, nella vita, è quando occorrono cose simili! (nota: NON sono sarcastica)

Nonetheless, perché sto descrivendo l'arcano atto spirituale di creazione di una Meringa? Quale messaggio figurato voglio trasmettere tramite l'uso di quella che si potrebbe considerare una metafora dolciaria?? Cosa ha partorito la mente illuminata dal Sommo Derf constatata la natura sadica Meringhese?!?7
...
.....
.......
.........
...........
.............
Nada.
Volevo solo condividere questa gaudente scoperta.

Piove. E Non È Una Poesia Dannunziana!

{Posted on 31/10/10 at http://myworldmylife.splinder.com/ }

...Piuttosto una sonata mesta che annuncia il più che probabile annullamento della Festa dello Samhain a Vittorio Veneto! Ma guarda te se quando finalmente decido di partecipare ad un Capodanno Celtico - con somma esaltazione, ovviamente - deve mettersi il maltempo a rompere le uova!
Perlopiù, come si suol dire, piove sul bagnato (letteralmente) visto che i PimPi dei dintorni si stanno mobilitando per Halloween (sì, quella roba commerciale là) e statisticamente mi ritroverò delle uova lanciate in giardino o sul tetto, visto che non ho dolcetti. E no, non è affatto detto che la pioggia li fermi. Odio questa sottospecie di Carnevalata-Horror. Festeggio una tradizione Celtica, io.

Nonetheless, comunque stasera si esce (squillo di trombe & rullo di tamburi). Se non è per Samhain, l'alternativa è il cinema o un pub (rollata di batteria, con piatto finale). Con la scusa d'esser giù per Venezia, ormai qua esco poco. Avrò pure girato la città palafitticola in lungo e in largo - mi riservo ancora un 40% di zona ignota - ma qui mi muovo sempre meno, fatta eccezione per il tragitto casa-stazione, oppure quello casa-musica, casa-biblioteca, casa-parrocchia. Poco di più. Ad esempio, son stata fino a Sacile, venerdì, grazie all'incontro col Gruppo Foraniale, e pure al Sacro Graal (yeee, il primo shot alcolico da più di un mese!).
Ma va bene così. Se devo essere sincera, temo che il tran-tran veneziano mi stia sfiancando più del previsto. Mi trovo più tempo su treni che presso molte altre strutture. Almeno prendessi quelli a lunga tratta, per andare a Milano (ad esempio, per qualche concerto o per svariati pranzi a tema da organizzare con la cara Prongs - più vari ed eventuali). In ogni caso, mi leva pure la voglia di vita sociale. Ho faticato non poco per convincermi a partecipare ad una festa, occasione dalla quale ormai da anni non manco, all'alba di un mese e rotti fa. Questo per dirne una; se ci son stata è per affetto verso chi l'ha tenuta, oltre che in secondo luogo per distrarmi. Altrimenti, mi sarei chiusa per l'ennesimo sabato in casa. Se non contiamo le due serate di film con un'altra amica (in those occasions I enjoyed myself, actually).
Tristezza. Ma dopotutto, non ho grandi motivi per uscire (la mancanza di dindi contribuisce parecchio), né tra l'altro una vera e propria compagnia con cui andare in giro. Mi sono trastullata qualche volta col gruppo Lab-inn, a fine estate; vero. Ma senza incontri settimanali è dura rivedersi, salvo per chi orbita a Venessia.

Finiamo questo panegirico sulla mia scarsa attitudine sociale da universitaria regredita, che è meglio.
Proviamo ad esempio a parlare della mia voglia di scrivere: yeeee, tanti buoni propositi post-estivi andati a farsi benedire!! Viva viva. Puntavo su molti concorsi letterari per racimolare un po' di soldi. In quest'ultimo mese soltanto sono stata tuttavia in grado di bruciarne tre. Tre ottime possibilità, tra l'altro (a due mi son iscritta, anche se la vedo molto dura - soprattutto visto e considerato che uno è di poesia). Ce n'è due anche per questo mese, l'ennesimo RaccontaEstero dell'IRSE di Poddennonne, più uno a tema sul Viaggio (che fantasia, per i temi, eh?).
Nel frattempo aspetto ancora, ansiogena, il risultato di quello di Moggia (è uno dei pochi che mi è piaciuto sul serio comporre), più il premio per la traduzione - nonostante più di un Anglo-Americanista mi abbia fatto notare che si può sapere cosa spera di ottenere di Lingue Orientali, a confronto con noialtri esperrrrrti?! *giggles giggles* Anche se detto da uno che fa ancora fatica a leggersi un libercolo in inglese è particolarmente convincente, nevvero? In ogni caso, la mia politica di solito è provarci, allo sfinimento; non importa quante volte mi prenderanno a pesci in faccia. Così (nuovamente) mi propongo di fare per alcuni concorsi tra dicembre e gennaio, o altri che sbucheranno nel frattempo. In particolare, m'è caduto l'occhio su uno Fantascientifico titolato a Jules Verne, per il quale ho discrete idee - il problema là sarà scriver tutto entro fine dicembre, e far stare la storia entro i limiti di battute consentiti.
La Scrittrice fallita tenta ancora di farsi un nome, sì.
Chissà che il mio libercolo prima o poi veda la luce delle stampe editoriali. Mah.

Vademecum dello Studente Universitario a Venezia!

{Posted on 10/03/09 at http://myworldmylife.splinder.com/ }

...Conscia del fatto che ormai da moooooolto non scrivo regolarmente su questo blog, provo ad iniziare una serie di mini-vademecum (o qualcosa di simile insomma) ispirati dalla vita vissuta, osssstregheta xD
Chissà che non servano a qualcuno!!
Dunque.. Intanto introduciamo il fatto che sono tutta presa mentalmente da un nuovo viaggio (ebbene sì!) in Irlanda, per cui non sarò particolarmente connessa. Tuttavia, farò del mio meglio!

Intanto, proporrei un'interessante tematica:
LE LEGGI DI MURPHY APPLICATE ALLA REALTA' VENEZIANA
Studente VS Murphy
, come dir vogliate :D

No no, altro che scherzi! E' una cosa da prendere assolutamente con le pinze, scherziamo??
Immaginatevi di essere un'inesperta matricola che, ben esaltata dall'abbandono della realtà Liceale/Superiore si va ad inoltrare in un mondo nuovo, sconosciuto e sempre (ahimè!) rigonfio di sorprese quale l'Università. Certo, lo scenario par simile a quello di tante altre città universitarie Italiane, a prima vista.. Ma ognuna di esse ha le sue caratteristiche singolari, eh! Inclusa Venezia. E, oserei dire, in maniera particolare.
Dicevamo, immedesimatevi in una matricola (buon per voi, o mal per voi - punti di vista.. - se lo siete realmente). Ca' Foscari, IUAV, Belle Arti o Conservatorio.. Non c'è alcuna differenza tra questi istituti se subentra un sublime fattore: La Legge di Murphy.
Se non avete idea riguardo a cosa io stia parlando.. Grami voi. V'attaccate e v'andate a informare su Wikipedia!! Che razza di universitari sperate di diventare senza conoscere questi elementi basilari??
Sono cose che non vanno ASSOLUTAMENTE trascurate!!
Difatti, appena vi sarete abituati un pochino al ritmo lagunare, potrete constatare voi stessi quanto siano vere le seguenti osservazioni, o magari vi sarete premuniti in partenza conoscendole, si sa mai..


  • Gli orari dei treni non si adatteranno MAI ai tuoi orari universitari. (Detta anche "Legge di Trenitalia", applicabile anche in altri contesti)





  • Lo stesso si potrà dire per gli autobus e i vaporetti (Applicazione Veneziana della "Legge di Trenitalia") 





  • Quando sarai in anticipo rispetto all'orario di un treno, questo sarà in ritardo. Qualora tu invece sia in ritardo, sappi che partirà in anticipo. (Corollario alla "Legge di Trenitalia" valido su rete nazionale)





  • Se soffia Scirocco, avrai acqua alta. Se non soffia Scirocco, soffia la Bora. 





  • COROLLARIO: Se sei in estate, non soffierà proprio un cazzo.





  • Salvo tu non abbia una tuta impermeabile, nei giorni di pioggia risulterai sempre e comunque bagnato fino alle mutande. E no, l'ombrello non serve proprio a nulla.





  • Non importa quante persone passeranno contemporaneamente a te per delle Fondamenta o delle Calli: se c'è un canale, sarai sempre tu la persona più prossima a finirci dentro. (A.k.a. "Legge del Canal")





  • COROLLARIO: Lo studente veneziano potrà vantarsi di un equilibrio da far invidia a un ginnasta





  • Il fantomatico equilibrio decadrà automaticamente appena lo studente porrà piede su un ponte. (Legge de i Ponti)





  • COROLLARIO: Lo studente veneziano annovererà tra le proprie figure di merda una serie di spettacoli acrobatici svoltisi sui gradini dei ponti, con o senza caduta finale





  • Non importa quante volte controllerai le maree in caso di acqua alta. Se sei munito di stivali, sarà sempre meno di quel che ti aspettavi. Se non li hai messi "perché tanto so una strada alternativa", il livello raddoppierà magicamente sbarrandoti tutte le scorciatoie





  • COROLLARIO: La maggior parte delle volte che ti sei attrezzato al meglio per l'acqua alta, sarai uno dei pochi cretini che andrà in giro con gli stivaloni in gomma iper-colorati al ginocchio





  • COROLLARIO II: Non importa quanto equilibrio hai accumulato nella tua breve esperienza, con gli stivali, soprattutto sui ponti, cadrai rovinosamente un discreto numero di volte





  • Quando hai tutto il tempo di questo mondo per raggiungere l'Uni o la Stazione, la gente ti aprirà un varco come le acque di fronte a Mosè, o addirittura scomparirà dal tuo percorso





  • Quando hai fretta di raggiungere un posto o prendere il treno, la maggior parte dei turisti presenti sull'area Veneziana avranno premura di scegliere proprio te per domandare informazioni, far scattare foto, oltre che di intasarti tutta la traiettoria con fare mollaccione





  • SINTESI delle due affermazioni precedenti: "La densità umana su un determinato percorso è direttamente proporzionale alla tua fretta" (a.k.a. "Proprietà accrescitiva dell'ammasso umano")





  • Non importa quante volte abbiate controllato sulla mappa il tracciato; almeno una volta, vi perderete in una calle misconosciuta della città





  • COROLLARIO: Il senso dell'Orientamento di uno studente veneziano va in ibernazione nei primi mesi di routine universitaria




  • Al momento, queste sono le principali informazioni su cui posso illuminarvi.
    Se avrò modo di comprendere che il Buddha-Derf è anche dentro di me, forse potrei raggiungere il Nirvana-Derfico tanto da offrirvi una piena visuale dello scenario. Nel frattempo.. Buona fortuna! :D